Non profit

“In Bosnia, tra le fila di quell’esercito che non aveva leva e non aveva ranghi”

Che cosa facevo io dieci anni fa...

di Erri De Luca

Dieci anni fa la guerra di Bosnia raccoglieva in Italia un esercito senza leva e senza ranghi. Era composto da volontari che raccoglievano l?indispensabile e partivano per raggiungere i popoli travolti.
Non è stata censita, né mai potrà essere contata la quota di prodotto interno lordo che si trasferì in dono di là dell?Adriatico, nelle terre del nostro più vicino Oriente. Né è stata calcolata la quantità di popolo nostro che praticò per anni la spola tra i Balcani e le Alpi.
Quanti milioni di chilometri, quanti milioni di ore versate in questa corrente di fraternità europea: mai prima si era dispiegata una tale forza civile, volontaria e autonoma di popolo, che pagava di tasca sua l?impegno e non fatturava niente. è stata l?economia emersa dalla gratuità, rispetto alla quale la partita doppia del dare/a-vere contabile è sempre in passivo.
Di quegli anni ricordo il disagio di rientrare in Italia dopo una di quelle spedizioni della fraternità. Alle frontiere l?impressione di fare ingresso a Disneyland.
Quella leva di migliaia che s?incrociano sulle piste di Bosnia non era visionaria, ma affetta da puro realismo. Era tornata la guerra in Europa e si doveva curare senza protettori militari che proteggevano appena se stessi, ma con la forza di soccorso e di infiltrazione di opere di pace in zona di guerra. Unico sabotaggio efficace contro l?odio era l?opera dei convogli di pace.
è stata esperienza ignorata prima, e vilipesa dopo, dall?invenzione di carrozzoni inerti e spreconi come l?operazione Arcobaleno che tradì la fiducia di milioni di donatori durante la sciagurata guerra area della Nato contro la Jugoslavia. La lezione civile italiana fu cancellata dall?arruolamento alla guerra di Clinton, precursore e spianatore di ostacoli del successivo espansionismo di Bush jr.

Oggi, un capitale sprecato
Oggi l?Italia è un Paese in guerra che ha subito a Nassiriya la più grave sconfitta militare dal dopoguerra a ora. Oggi l?Italia è obiettivo militare dell?irredentismo arabo.
Non c?è bisogno di ricorrere alla categoria dell?estremismo religioso, basta ricondurlo alla violazione di domicilio, all?invasione umanitaria.
L?Italia ha sprecato il grande capitale di simpatia umana portato in dote dal volontariato di pace. Esso fondava un?economia nuova, sorretta dal dono e non dal commercio, capace di prosperare in opere praticando il voto di non trattenere nulla per sé. Più dispensa e più riceve, secondo una legge che nessun economista potrà intendere e volere.
Quando presto o tardi il nostro Paese sarà costretto a defilarsi dal delirio di supremazia occidentale, si potrà richiamare a una lezione opposta, civile e tutta italiana del volontariato di popolo in zone di guerra. Questo giornale, che ne ha dato testimonianza dalla sua nascita e che si è dedicato alla sua propaganda, conosce la misura del torto che si compie contro l?immagine della nostra comunità nazionale.
Questo giornale un giorno sarà studiato per conoscere le fattezze del popolo italiano compresse sotto la maschera grottesca dei suoi governi.

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